La missione brasiliana dei Frati Francescani dell’Immacolata

Dicembre 10, 2025

Dalle radici giovani alla maturità sotto la Croce del Sud

La storia della missione brasiliana dei Frati Francescani dell’Immacolata comincia all’alba del 10 dicembre 1991, quando cinque giovani religiosi – tre italiani del Sud e due filippini – si imbarcano a Fiumicino con un biglietto di sola andata per il Brasile. Sono fra Carmelo Fusco, diacono e responsabile della spedizione, fra Alfonso Brunofra Carlo Busiello, e i due fratelli filippini fra Conrad Orcino e fra Christian. Nessuno di loro supera i venticinque anni. Portano con sé una valigia leggera, affidata alla Provvidenza, e un mandato chiaro: dare inizio a una presenza francescana mariana nella diocesi di Anápolis, nello Stato di Goiás.

Ad attenderli c’è il vescovo, monsignor Manuel Pestana Filho, uomo di profonda spiritualità e visione pastorale. È lui ad averli chiamati, intuendo che lo stile mariano dei giovani frati poteva essere la scintilla per un grande progetto: una radio cattolica diocesana, capace di evangelizzare un territorio segnato da una presenza protestante tra le più radicate dell’America Latina.

Anápolis, infatti, veniva considerata da molti la capitale evangelica del Brasile, una città dove la voce cattolica rischiava di essere marginale.

Gli inizi: povertà, studio e ospitalità

I primi passi della missione furono umili. Senza ancora una casa religiosa, i cinque frati vennero ospitati nel seminario diocesano. Mentre si adattavano alla lingua, alle distanze, al clima e alle inevitabili difficoltà materiali, continuarono i loro studi filosofici e teologici, portati avanti con tenacia.

Il carattere brasiliano – aperto, caloroso, capace di fraternità immediata – mitigò molte fatiche. Nonostante le ristrettezze e la giovane età dei missionari, fin dall’inizio l’accoglienza del popolo di Anápolis fu positiva, quasi protettiva: una conferma che l’ardire missionario non era stato presunzione, ma obbedienza.

1994: la nascita del convento di Miranápolis

Con il passare degli anni la comunità cresce. Nel 1994 può finalmente inaugurare un vero convento, in località Miranópolis, destinato come casa di formazione. Non era grande né ricco: era semplice, povero, ma sorprendentemente bello nella sua essenzialità francescana.

Due chiostri, costruiti con sacrifici enormi, e una chiesa conventuale dedicata a Nossa Senhora Aparecida, patrona del Brasile: un omaggio alla spiritualità mariana del Paese e un ponte naturale con il carisma dell’Istituto.

La radio e il sogno del santuario

Si realizza anche il sogno iniziale del vescovo Pestana: la comunità riesce ad acquistare una frequenza radio, dando vita a un progetto comunicativo cattolico a servizio dell’intera diocesi. La radio diventerà un prezioso strumento pastorale, raggiungendo case, fazendas e quartieri periferici.

Contemporaneamente, nasce un secondo sogno: la costruzione di un santuario mariano, pensato come centro di preghiera, formazione e incontro. Gli anni, però, non sono sempre generosi: difficoltà economiche e mancanza di fondi impongono più volte rallentamenti e sospensioni.

Solo nel 2025, dopo anni di battute d’arresto, i lavori riprendono, segno di una provvidenza che non si è dimenticata della promessa delle origini.

La crescita della comunità e il noviziato

La missione attraversa varie stagioni. Alcuni frati rientrano, altri arrivano. La comunità si struttura, si radica, diventa punto di riferimento. Viene eretto, negli anni successivi, anche un noviziato, passo decisivo per la formazione religiosa locale.

Nonostante la terra non sia sempre stata generosa in vocazioni – Anápolis rimaneva un luogo complesso, segnato da un forte pluralismo religioso – la presenza costante di sacerdoti e formatori, insieme ai Canonici Regolari della Santa Croce (ordine al quale appartenne sant’Antonio di Padova prima di diventare francescano), contribuisce a una reale rinascita cattolica della regione.

Anápolis oggi: una città in trasformazione

Anápolis nel frattempo cambia volto. Diventa uno dei poli industriali più importanti del Brasile, con l’arrivo della Hyundai, della Coca-Cola e di altre grandi realtà. Una città che cresce, si diversifica, accelera.

In questo contesto, i Frati Francescani dell’Immacolata continuano la loro missione:

  • formazione iniziale dei giovani frati,
  • servizio pastorale nella parrocchia San Giovanni Battista di Vila Formosa,
  • gestione della Radio Voz do Coração Imaculado de Maria.

La comunità è oggi multiculturale e intergenerazionale:

  • il parroco e il guardiano sono frati filippini,
  • è presente un fratello religioso filippino,
  • vari frati brasiliani contribuiscono alla vita comunitaria,
  • a loro si è unito recentemente un sacerdote beninese, impegnato negli studi di psicologia clinica per sostenere la formazione dell’Istituto.

I giovani del vivaio di Anápolis studiano a Roma per diventare sacerdoti, mentre altri già servono nella loro terra, proseguendo la missione iniziata in quell’avventuroso dicembre del 1991.

Dalla giovinezza all’età adulta della missione

La storia brasiliana dei Frati Francescani dell’Immacolata è passata, nel tempo, attraverso due stagioni:

  • quella dell’ardimento giovanile, con frati ventenni che affrontavano un mondo sconosciuto con un entusiasmo quasi disarmato;
  • quella attuale, più matura, consapevole, provata, ma anche più fertile.

È la storia di un seme portato dal vento dello Spirito in una terra che non sembrava predisposta ad accoglierlo, ma che con il tempo lo ha custodito e fatto crescere.

Oggi, sotto la Croce del Sud, la missione continua: fragile come tutte le avventure evangeliche, ma luminosa come le stelle che guidano i viaggiatori nelle notti tropicali. La speranza è che il cammino iniziato da quei cinque giovani frati – poveri, inesperti, ma ardenti di fede – possa giungere a una piena maturazione per la gloria di Dio e l’Immacolata, nel cuore del Brasile.

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