A Frigento Prima Professione dei voti per quattro giovani frati dai quattro continenti

Al Santuario della Beata Vergine Madre del Buon Consiglio, scrigno spirituale incastonato tra le colline dell’Irpinia, si è celebrata una giornata di profonda grazia e solenne intensità. Nella mattinata di sabato 12 aprile, durante la celebrazione eucaristica presieduta da P. Immacolato M. Acquali, Ministro Generale dei Frati Francescani dell’Immacolata, quattro giovani novizi hanno emesso la loro Prima Professione dei voti religiosi.

I nuovi professi — fr. Pieralfonso M. Sarsaba (Filippine), fr. Jean Paul M. Keke (Benin), fr. Paul Luigi M. Bege (Nigeria) e fr. Gianfrancesco M. Oliveira (Brasile) — rappresentano le nuove frontiere della missionarietà francescano-mariana, segno eloquente dell’universalità della chiamata divina e della fecondità dell’Istituto fondato nel solco della spiritualità di San Massimiliano Maria Kolbe.

Questa cerimonia è particolarmente significativa: si tratta infatti del primo gruppo di frati che conclude il biennio di noviziato secondo quanto stabilito dalle nuove Costituzioni. Un traguardo non solo personale ma anche istituzionale, che rilancia la forza vocazionale dell’Istituto proprio in un tempo storico segnato in Europa da denatalità e crescente secolarizzazione, fenomeni che spesso si traducono in un calo di risposte alla chiamata alla vita consacrata.

Durante l’omelia, P. Immacolato ha voluto sottolineare come solo l’amore provvidente di Dio possa comporre un mosaico tanto armonioso quanto improbabile secondo logiche puramente umane: «Solo un disegno divino — ha detto — poteva radunare insieme religiosi di nazioni così lontane e culture differenti, facendoli vivere un’unica, splendida esperienza di consacrazione totale alla Madonna».

La vocazione mariana, che in questo Istituto si esprime anche attraverso il voto speciale di totale appartenenza all’Immacolata, è per natura stessa missionaria. Lo dimostrano non solo le origini geografiche dei nuovi frati, ma anche la generosa risposta della comunità dei fedeli che ha voluto rendere onore a questo evento con una partecipazione numerosa e affettuosa, culminata in una festa fraterna organizzata proprio dai laici amici dell’Istituto.

La spiritualità kolbiana trova cittadinanza piena in ogni tipo di vocazione, coinvolgendo religiosi e laici in una comunione profonda che prolunga nel quotidiano il carisma di consacrazione e missione.

Una giornata che resterà nella memoria del piccolo paese irpino e, ancor più, nei cuori di chi ha fatto della propria vita un “sì” senza riserve alla Madonna. In un mondo frammentato e sfiduciato, la loro scelta appare come un faro che indica la via della speranza e della fede vissuta con radicalità.

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