Frati Francescani dell’Immacolata disegnano “nuove mappe di speranza”

Nello Studentato Internazionale nasce l’associazione universitaria Papa Francesco di studi sulla pace

Alla vigilia della presentazione della Lettera apostolica di Leone XIV “DISEGNARE NUOVE MAPPE DI SPERANZA”nello studentato internazionale dei Frati Francescani dell’Immacolata a Roma, è nata una nuova associazione universitaria che intreccia spiritualità, cultura e impegno sociale: l’Università “Papa Francesco” per la pace.

L’istituzione, intitolata al Pontefice di venerata memoria come segno di gratitudine della famiglia religiosa verso il suo magistero, rappresenta un gesto profetico nel panorama educativo contemporaneo: un luogo in cui la fede e la ragione, la mistica e la giustizia, la libertà e la fraternità dialogano senza confini.

L’università nasce da una collaborazione tra i Frati Francescani dell’Immacolata e la Scuola di Dottrine Decolonialifondata dal professor Luciano Vasapollo. Due percorsi apparentemente distanti — la visione mariano-francescana e il pensiero critico decoloniale — si incontrano per dare vita a un progetto comune: promuovere un sapere che non serva il potere, ma la dignità umana; un’educazione che non riproduca disuguaglianze, ma costruisca fraternità.

Il sapere come forma di libertà

Alla cerimonia inaugurale, il professore Vasapollo ha ricordato che l’Università “Papa Francesco” si propone di essere “un laboratorio di pace e giustizia sociale, dove il sapere non diventa strumento di dominio, ma servizio al bene comune”.

Il docente ha definito l’iniziativa un “atto di resistenza culturale” contro la mercificazione della conoscenza e l’omologazione imposta dai poteri economici. “Studiare — ha detto — è un atto di libertà, e la libertà è sempre un cammino di liberazione dell’altro”.

L’università vuole formare una nuova generazione di ricercatori e operatori sociali, capaci di unire pensiero critico e spirito evangelico. Il motto scelto per l’anno accademico inaugurale è eloquente: “Sapere per servire, amare per liberare”.

Un dialogo tra carisma francescano e pensiero decoloniale

L’inaugurazione ha avuto un respiro internazionale grazie alla partecipazione di Marlene Vásquez Pérez, direttrice del Centro José Martí dell’Avana, che ha evocato la figura del grande poeta e patriota cubano come ispirazione di un umanesimo integrale e solidale.

“Martí — ha spiegato — credeva nella forza rivoluzionaria dell’amore. Nelle sue Versos sencillos egli invita a coltivare una rosa bianca anche per chi ci ferisce: un’immagine che anticipa il Vangelo della misericordia.”

La studiosa ha sottolineato che questo spirito di fraternità attraversa anche il progetto dell’Università “Papa Francesco”: “È il sogno di un mondo in cui la conoscenza non divida, ma riconcili; in cui la cultura sia un ponte tra i popoli e non un muro tra le differenze”.

Maria Immacolata, madre della speranza e della cultura del dialogo

Per i Frati Francescani dell’Immacolata, la nuova università è una risposta concreta alla chiamata della Chiesa a “disegnare nuove mappe di speranza”, come scrive Leone XIV nella sua recente Lettera Apostolica.

Nel cuore del progetto c’è Maria Immacolata, icona di un sapere puro, che illumina e accoglie, mai strumentalizza. È Lei — affermano i frati — la vera “madre della cultura del dialogo”, perché insegna a guardare ogni persona come un mistero da comprendere, non come un problema da risolvere.

Per questo, l’università non sarà soltanto un centro accademico, ma anche un luogo di ascolto e di pace, dove la teologia incontra le scienze sociali, e la ricerca si apre all’economia solidale, all’ecologia integrale, alla comunicazione etica e alla formazione interculturale.

Una università profetica nel cuore di Roma

Nel mondo ferito da guerre, povertà e nuove forme di colonialismo, la nascita di un’Università della Pace nel cuore di Roma ha un valore simbolico e spirituale insieme. È un segno di fiducia nella forza trasformante dell’educazione, intesa come missione evangelica e come atto di carità intellettuale.

Il francescanesimo e il pensiero decoloniale, pur provenendo da strade diverse, si ritrovano nella convinzione che solo la conoscenza liberata può generare pace autentica.

L’Università “Papa Francesco” vuole così diventare un punto d’incontro tra Nord e Sud del mondo, tra accademia e vita, tra scienza e fede. Un luogo dove si coltiva la sapienza con lo stesso spirito con cui san Francesco coltivava la fraternità: con mani nude e cuore libero.

Come ha concluso una giovane partecipante alla cerimonia: “In un mondo che educa a competere, qui impariamo a condividere”.

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