Grazie, P. Antonio!

Marzo 20, 2024

Si è spento questa mattina alle 7:45, P. Antonio M. Santoro. Era ricoverato da qualche giorno in una casa di cure palliative a Foggia. Ultimo incarico è stato quello di Rettore del santuario Notre Dame des  Anges di Pignans e già Padre Guardiano dell’annessa Casa Mariana in Francia. Figura storica ed eminente dell’Istituto può considerarsi il padre della Casa Mariana Editrice e il fondatore della missione in Bénin.

Padre Antonio Maria Santoro, frate francescano dell’Immacolata, è entrato nella sua pasqua definitiva la mattina del 20 marzo 2024, vigilia della primavera dai primi tepori e fiori.

Nato da Giuseppe ed Agnese Loreto il 25 settembre 1953 a Sant’Agata di Puglia nel foggiano, P. Antonio ha sparso con generosità i semi del Regno.

Primo di sei figli, di cui una consacrata presso le Suore Francescane Immacolatine, amava definirsi un “contadino dalle scarpe grosse e cervello fino”.

Dalla cultura agricola del Tavoliere, infatti, non aveva attinto solo la forza fisica e la generosità nel lavoro, ma possedeva una tale ingegnosità nella quale si è distinto come tecnico sopraffino nella prima fase del suo originale e ricco percorso di servizio nella vigna del Signore.

Entra nel 1972 nella Casa Mariana di Frigento per rimanervi stabilmente fino al 1990 e divenendone una figura emblematica.

Si può considerare il padre della tipografia dei frati e della Casa Mariana Editrice per la creatività e l’impegno profusi nell’organizzare la stampa, la rilegatura e le spedizioni di libri e riviste, nonché il confezionamento di medaglie miracolose.

A lui, insieme a qualche mastro muratore e manovale, si deve la costruzione della nuova ala del convento di Frigento negli anni Ottanta, dopo il sisma dell’Irpina.

Notevole è stato il suo contributo per la messa in opera del traliccio e della postazione della Tele Radio Buon Consiglio a Montevergine (1500 m s.l.m.) e di altri ponti disseminati lungo l’area di copertura interregionale della nostra emittente.

Muratore, carpentiere, idraulico, meccanico, elettricista, camionista, carrellista… era un uomo dalle mani d’oro che più tardi diventeranno le mani della benedizione e dell’epiclesi sacerdotale.

Emette la professione dei voti perpetui il 25 marzo 1981 per poi far parte nel 1990 della comunità fondazionale primordiale dei Frati Francescani dell’Immacolata provenienti, come lui, dai Frati Minori Conventuali.

Nel primo anno di fondazione dell’Istituto riorganizza a Roma, nel palazzo di Propaganda Fide, la rivista missionaria “Christ to the world”.

In quella stessa estate accompagna in un viaggio missionario in Benin un sacerdote dei Camilliani suo amico.

Affascinato da quella terra e sensibile ai bisogni tecnici dell’ospedale di Zinvié, nella zona lacustre del Paese, chiede ed ottiene dai superiori di fare un’esperienza missionaria più stabile individuando in Fra Giovanni M. Arena un primo compagno di comunità.

L’8 dicembre 1991 è ordinato diacono nella cattedrale di Benevento da Mons. Carlo Minchiatti che qualche giorno prima aveva eretto canonicamente il nostro nascente istituto di vita consacrata.

Il 13 dicembre parte per il Bénin e inaugura una nuova pagina della sua vita personale e di quella dei Francescani dell’Immacolata.

Dopo un soggiorno di quasi due anni presso i Padri Camilliani, l’allora arcivescovo di Cotonou, Mons. Isidoro de Souza affida ai confratelli l’ardua realizzazione del santuario mariano diocesano e della radio cattolica nella città di Allada.

P. Antonio riesce a trasformare un pollaio industriale in decente dimora dei frati e lancia le basi per l’attuale palazzina della radio. 

Nel dicembre del 1995 P. Antonio ritorna in Italia sostituito dal primo sacerdote della missione del Bénin, P. Alfonso M. Bruno che ne continua e completa le opere.

Le sorprese non sono finite perché, destinato al santuario dell’Addolorata di Castelpetroso (IS), nel sistemare il velo del simulacro della Madonna sull’altare principale, cade da una significativa altezza sotto gli occhi dell’allora Rettore P. Michele M. Iorio di cui a Frigento è stato per decenni il braccio destro.

Fratturatosi il piede si teme, fortunatamente invano, che la sua capacità operativa diventi limitata.

Nella fantasia della vita e nella Provvidenza di Dio, malgrado un’attitudine spiccata al lavoro pratico, si aprono per P. Antonio gli orizzonti della vita sacerdotale, con l’ordinazione l’8 dicembre 2000.

Dal 2001, conoscendo dall’esperienza africana la lingua francese, P. Antonio viene trasferito alla Casa Mariana N. D. des Anges di Pignans in Francia dove trascorrerà quasi ventitré anni da rettore dell’annesso santuario.

Da luogo sacro semiabbandonato, con una certa vitalità liturgica solo in estate, P. Antonio riesce a risvegliare pastoralmente il santuario con l’Eucarestia quotidiana e le devozioni mariane, la creazione di un dinamico cenacolo MIM, la regolare organizzazione di pellegrinaggi a Fatima, l’accoglienza di pellegrini, la formazione di laici, l’ascolto delle confessioni e la direzione spirituale, la diffusione di una rivista mensile autoprodotta, la stampa di un calendario, l’aiuto ai parroci nel ministero e il sostegno materiale alle missioni.

P. Antonio, come figlio della prima ora di Casa Mariana di Frigento e dei Frati Francescani dell’Immacolata ha saputo interpretare autenticamente il carisma di S. Massimiliano M. Kolbe, e coglierne prontamente le adulterazioni.

Con altri confratelli di pari anzianità religiosa ha avuto il merito di affidarsi alla Chiesa nel discernimento commissariale della giovane vita dell’Istituto pur somatizzando, offrendo e finalmente trasfigurando su sé stesso la progressiva purificazione istituzionale risolta con il nuovo governo del 2022.

Un anno e mezzo prima, il 12 gennaio 2021 P. Antonio avverte vertigini e mal di testa preoccupanti.

Trasportato d’urgenza in ospedale, grazie a fra Pascal M. Mauvoisin che con P. Cirillo M. de la Riarte componeva la comunità di Pignans, si scopre pochi giorni dopo un tumore cerebrale.

Operato da abili medici a Tolone, che asportando la massa tumorale riescono a non intaccare e compromettere funzioni sensoriali importanti, il confratello riprende la sua vita con una certa normalità.

Nella seconda metà del 2023, la scoperta di metastasi e il loro avanzamento a livello osseo e organico addominale, ne consigliano il ricovero presso la casa “Sacro Cuore” del suo paese d’origine dove la sorella Agata, in modo particolare, lo assiste con il personale medico e paramedico della struttura tenuta da una congregazione di suore.

In occasione della festa della Santa Patrona, il 5 febbraio 2024, riceve la visita dell’arcivescovo di Foggia-Bovino, Mons. Giorgio Ferretti.

L’aggravarsi delle condizioni di salute di P. Antonio richiede il ricovero in un centro di cure palliative più attrezzato a Foggia, dove si spegne pochi giorni dopo, precisamente il 20 marzo 2024 alle 7:45.

S. Massimiliano Maria Kolbe diceva che la vita dell’uomo si racchiude in tre tappe: la preparazione al lavoro, il lavoro stesso e la sofferenza.

P. Antonio M. Santoro nei suoi settant’un anni di vita ha conosciuto queste tre dimensioni esistenziali.

Ai confratelli che gli rendevano visita nella fase più acuta della malattia ha prodigato una grande lezione di vita nella serena accettazione della croce.

I funerali si svolgeranno alla Parrocchia di S. Agata di Puglia il 22 marzo 2024 alle 10:30.

La vita del cristiano e del consacrato non si ferma al Venerdì Santo, ma si proietta verso la domenica di Pasqua aprendosi alla speranza teologale dell’incontro con il Cristo crocifisso e risorto che ogni anima cerca.

Il servo buono e fedele è affrancato da ogni catena di dolore e vive così nella libertà dei figli di Dio.

Che l’immacolata che ha tanto amato e per la cui causa ha tanto lavorato, gli apra le Porte del Paradiso.

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Questo annuncio è il fondamento della speranza dell’umanità, una speranza che resiste ad ogni progetto umano di contrastarla o di spegnerla nei cuori degli uomini. Morendo Gesù ha infranto e vinto la triste e apparentemente inesorabile contabilità della morte estirpandone la radice velenosa per sempre.

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